Il controsoffitto è una soluzione adottata in molte case ma anche in uffici, locali pubblici o commerciali e che ha normalmente una duplice finalità. La prima è quella di nascondere alla vista le tracce di eventuali impianti elettrici e di illuminazione e la seconda è invece quella di isolare l’ambiente interno al fine di migliorarne il comfort. Esso agisce infatti su due aspetti, la minore dispersione di calore e l’acustica.
In un ambiente domestico, il controsoffitto consente di risparmiare molto sulla spesa complessiva da sostenere per il riscaldamento durante la stagione invernale. Quando si riscalda la casa, infatti, il calore tende a salire e a disperdersi, soprattutto se al piano superiore non c’è un altro appartamento ma un tetto o un terrazzo. Il controsoffitto aiuta a trattenere tutto questo calore e può essere realizzato con modalità differenti. Naturalmente i materiali impiegati per la sua realizzazione devono sempre essere sicuri, come prevede a riguardo la normativa specifica. Al giorno d’oggi esistono diverse tecnologie che possono essere applicate dai progettisti per realizzare dei controsoffitti che oltre che funzionali ed esteticamente belli da vedere siano anche sicuri. La legge di riferimento, che spiega quali sono le caratteristiche alle quali un controsoffitto deve necessariamente rispondere, è la Direttiva 89/106/CEE (CPD). La reazione al fuoco, l’isolamento acustico, l’assorbimento acustico, sono tutti elementi che devono essere presi in considerazione quando si predispone la realizzazione di un controsoffitto.
Esistono diverse tipologie di controsoffitto tra cui si può scegliere a seconda delle caratteristiche dell’ambiente all’interno del quale si deve procedere con il montaggio. Una prima soluzione è rappresentata dal controsoffitto in aderenza, che viene così definito in quanto la distanza dal soffitto è davvero minima. Per il posizionamento del controsoffitto si procede con il fissaggio sulle pareti, all’altezza desiderata, degli appositi profili guida, che serviranno da indicatori per il successivo posizionamento della struttura vera e propria, che sarà agganciata al soffitto tramite ganci metallici.
Allo stesso modo del controsoffitto in aderenza, anche quello sospeso viene agganciato al soffitto tramite appositi sostegni. La differenza è che in questo caso la distanza è maggiore e la struttura viene sostenuta da specifici pendini, cioè ganci che letteralmente pendono dal soffitto. Tra i materiali che possono essere impiegati per la realizzazione di un controsoffitto sospeso vi è ad esempio il cartongesso, che isola molto bene ed ha anche un’ottima resistenza. Tra il soffitto e il controsoffitto si possono naturalmente collocare anche dei faretti per l’illuminazione della stanza, tenendo sempre conto ovviamente di quelli che sono i carichi massimi che la struttura può essere in grado di sopportare.
Un’ultima tipologia di controsoffitto da poter impiegare all’interno di un edificio è quella autoportante. La differenza dai precedenti è netta e subito individuabile, in quanto si tratta di una struttura che non viene agganciata superiormente, ma che è sorretta da un sistema autoportante attaccato direttamente alla parete. Il controsoffitto autoportante può essere un’ottima soluzione in tutti quei casi in cui non si dispone di molto spazio per realizzare la controsoffittatura e si preferisce dunque optare per un sistema che riduca al minimo l’altezza del locale.
Negli uffici pubblici, ad esempio, si fa largo uso dei controsoffitti autoportanti. Per la loro messa in opera si utilizzano dei profili portanti, i quali vengono poi appositamente rivestiti. Naturalmente, questa tipologia di soffitto può essere disposta anche con una certa inclinazione in tutti quegli ambienti in cui la stessa si rivela necessaria, come, nello specifico, nei vani scala. Così come per le altre tipologie di controsoffitto, anche per quello autoportante vale il discorso legato alla possibilità di inserire elementi di illuminazione, ma in merito a questi ultimi si dovrà valutare di volta in volta in fase di progettazione la capacità portante del controsoffitto. In questo modo si andranno a scegliere soltanto elementi che siano compatibili con la struttura, così da garantire la massima sicurezza della stessa.
I materiali disponibili per la realizzazione dei controsoffitti sono molteplici e ciascuno di essi presenta delle specifiche caratteristiche. Il legno e il cartongesso sono senz’altro i più utilizzati, soprattutto negli edifici privati, dove si bada molto anche all’estetica. Nei locali industriali e negli uffici pubblici è molto più difficile che si scelga il legno, dato il costo maggiore di questo materiale. Esso è invece molto gettonato negli uffici privati, quelli dei liberi professionisti, ad esempio, che puntano molto sull’eleganza dell’ambiente in cui ricevono i propri clienti. Il controsoffitto in legno può essere dotato anche di appositi pannelli per l’assorbimento acustico e può essere rivestito, come è sempre consigliabile, con sostanze che ne garantiscano la resistenza al fuoco. Il cartongesso è sicuramente la soluzione preferita all’interno degli edifici pubblici, non solo negli uffici ma anche nelle scuole, così come nei locali commerciali all’interno dei quali si punta ad ottenere il massimo risultato con una spesa che non risulti eccessiva. Si tratta di pannelli altamente resistenti all’umidità, che possono essere forati o uniformi. L’alternanza dell’una e dell’altra tipologia può essere ad esempio un’ottima idea per ottenere un effetto estetico molto originale.
No Comments to "Quale controsoffitto scegliere per la casa, l’ufficio o locali commerciali e industriali"